Gli ambienti open space sono diventati sinonimo di modernità e praticità. Ma quando tutto è aperto, sorge spontanea una domanda: come si fa a dividere gli spazi senza alzare muri? La risposta sta tutta nell’ingegno. Con un po’ di fantasia e qualche accorgimento mirato, si possono ottenere ambienti distinti, funzionali e allo stesso tempo leggeri, senza rinunciare all’aria di libertà che solo l’arredamento open space sa regalare.
Librerie bifacciali: pareti che respirano
Le librerie non sono più solo mobili su cui accatastare romanzi letti a metà o volumi fotografici da sfogliare nei giorni di pioggia. Oggi, diventano veri e propri muri leggeri, che dividono senza dividere. Una libreria bifacciale, posizionata tra la zona pranzo e l’area relax, ad esempio, offre una soluzione elegante: lascia filtrare la luce, crea una separazione naturale e allo stesso tempo fa il suo mestiere, ossia contenere libri, piante o soprammobili. Il bello? Si può vedere attraverso, e questo mantiene vivo il dialogo tra un ambiente e l’altro. Non c’è bisogno di pensare in grande: anche una libreria bassa, magari larga e massiccia, può segnare il confine tra due spazi senza farli sentire in gabbia.
Pareti vetrate: separare con stile (e senza togliere luce)
C’è chi dice che il vetro sia freddo. Dipende da come lo si usa. Le pareti vetrate sanno essere intime ma non chiuse, leggere ma solide. Creano ambienti distinti, è vero, ma la luce continua a passare come un fiume che scorre senza sosta. Se si scelgono vetri trasparenti o satinati, la cucina può restare separata dal soggiorno, senza perdere la connessione visiva. E poi, il vetro ha quell’effetto di leggerezza che sa rendere ogni ambiente più arioso. Perfette per chi ama l’arredamento open space, queste pareti sono come pagine di un libro aperto: dividono i capitoli, ma la storia resta una sola.
Pannelli scorrevoli: l’arte del “qui sì, qui no”
Ci sono giorni in cui si cerca un angolo tranquillo, altri in cui lo spazio si apre a mille attività contemporaneamente. Ecco dove entrano in scena i pannelli scorrevoli. Un tocco e scompaiono, un altro tocco e creano una divisione netta ma temporanea. Si possono chiudere quando serve più privacy o aprire per restituire aria e luce all’intero spazio. L’arredamento open space si presta benissimo a questo tipo di soluzione, che gioca sul concetto di flessibilità. Semplici o decorati, in legno o metallo, liscio o intarsiato, i pannelli scorrevoli sono come un sipario in un teatro: si aprono e si chiudono a seconda della scena da recitare.
Tende e porte tessili: morbidezza che separa
Chi l’ha detto che una tenda debba stare solo davanti a una finestra? Le porte tessili sono un’alternativa poetica e pratica ai soliti divisori. Un semplice drappo, magari in lino grezzo o velluto pesante, può creare un filtro tra un ambiente e l’altro senza appesantire. Basta un bastone fissato al soffitto, ed ecco che una zona notte si isola dalla zona giorno con un gesto morbido e silenzioso. Il bello delle tende è che cambiano anima a seconda del tessuto: leggere per lasciare filtrare la luce o pesanti per creare un angolo più raccolto. E in un arredamento open space, sono l’ideale per giocare tra privacy e apertura.
Mobili multifunzionali: il coltellino svizzero del design
Un divano che fa anche da parete? Un tavolo che si trasforma in scrivania? Nel mondo dei mobili multifunzionali, la regola è una sola: massimizzare lo spazio senza sacrificare lo stile. Un grande tappeto sotto al tavolo da pranzo, ad esempio, può marcare l’area dedicata ai pasti, mentre il divano, messo di schiena alla cucina, può segnare il passaggio a un’altra zona senza bisogno di altro. La forza dell’arredamento open space sta proprio qui: tutto è fluido, ma ogni cosa ha il suo posto, grazie a pezzi d’arredo che sanno fare più di una cosa alla volta.
Listelli di legno: una carezza che divide
A volte basta poco per creare una separazione visiva forte. I listelli in legno verticali sono un esempio di semplicità che funziona. Non chiudono, ma segnano un confine. L’occhio percepisce la divisione, ma lo spazio resta uno solo. E poi, il legno ha quella capacità tutta sua di scaldare l’ambiente. In un arredamento open space, questa soluzione si traduce in una quinta leggera, quasi impercettibile, che lascia scorrere lo sguardo senza impedimenti. È come un abbraccio: si sente ma non si vede del tutto.
Paraventi e separé: l’arte di separare con leggerezza
Un paravento ben scelto può raccontare storie. Può nascondere l’angolo studio dietro la poltrona, può schermare una zona notte o creare un angolo meditativo nel bel mezzo della stanza. Il vantaggio? Si sposta quando serve. E se si cambia idea, si ripiega e si mette da parte. L’arredamento open space si nutre di queste soluzioni mobili, facili da gestire e capaci di trasformare un ambiente in base all’umore del momento. E non serve che siano elaborati: anche un semplice telaio rivestito di tessuto può fare la sua figura.
Pavimenti che cambiano: un confine sotto i piedi
Chi ha detto che per dividere serve un muro? A volte basta cambiare pavimento. Passare da un parquet chiaro nella zona living a una piastrella decorata in cucina, ad esempio, traccia una linea invisibile ma evidente. Il cambio di texture, colore o materiale aiuta l’occhio a capire dove finisce un ambiente e ne inizia un altro, pur rimanendo all’interno dello stesso open space. Ecco come una semplice scelta di rivestimento può diventare un elemento di arredo che guida e racconta.
Giocare con i colori: pitturare le differenze
Il colore ha un potere sottile. Dipinge atmosfere, crea umori e separa senza chiudere. Una parete di un colore diverso può definire l’angolo pranzo, mentre un soffitto più scuro sopra la zona divano può rendere più raccolto un ambiente che altrimenti sarebbe troppo aperto. L’arredamento open space vive di queste sfumature, di questi piccoli trucchi che cambiano la percezione dello spazio senza alterarne la natura. Non servono tinte forti: anche un bianco sporco, accostato a un grigio perla, può segnare un passaggio sottile ma efficace.
La luce come architetto: accendere zone diverse
La luce non illumina soltanto. Disegna, scolpisce e definisce. In un open space, l’illuminazione strategica può creare isole di significato: un lampadario importante sopra il tavolo da pranzo, delle luci da terra a segnare la zona relax, una striscia a LED per evidenziare la cucina. Ogni fonte luminosa racconta una storia diversa e guida lo sguardo. L’arredamento open space sfrutta questa magia, usando la luce come fosse un muro invisibile. Quando la luce si spegne o si accende, lo spazio cambia volto.