Terracotta
I pavimenti e rivestimenti in terracotta vengono recuperati da varie zone italiane ciascuna con una tonalità unica. Tale risultanza è dovuta alle numerosissime cave di argilla disseminate lungo i versanti appenninici italiani fino alla Sicilia. Del loro luogo di origine conservano quindi il colore di base, quale il rosso dell’Emilia e della Toscana, l’ocra del Senese, il giallo dell’alto Lazio, il biondo della Campania, il paglierino della Puglia, il rosso viola della Calabria ed il rosa cedrino della Sicilia. Ai colori delle argille vanno a sovrapporsi i colori delle differenti cotture nelle numerosissime fornaci dei secoli scorsi, oggi purtroppo non più esistenti. In queste fornaci il materiale veniva cotto con fiamma diretta usando fascine oppure legno di sanza (residuo delle lavorazioni delle olive). Tali procedimenti a seconda delle temperature, completavano le tonalità delle varie cotture. Le varie sfumature, dal bruno al giallo, al verde ossidato provocati anche dall’ossidazione del tempo sono oggi irriproducibili e ci hanno quindi ispirato a riutilizzarli per riprodurre le varie composizioni a secondo degli schemi classici dei secoli scorsi.
Legno
Versailles, Fontainbleu, Chantilly, Genoblois, Provence ……… i nomi magici delle composizioni del legno da pavimento nel XVII, XVIII e XIX secolo. La quercia francese bionda, chiara, scura più o meno levigata è il materiale che nei vari castelli e ville di tali epoche dona il tono necessario ai grandi decoratori per l’opulenza dei loro progetti. Riproponiamo quindi tali manufatti studiandone sia gli antichi schemi e tecniche di assemblaggio che le varie finiture e colori.
Pietra
Usata da secoli sulle strade consolari, nei castelli e nelle abbazie resta uno dei più universali pavimenti. Nella sua austera semplicità, la pietra rimane ancora oggi intatta ma più gradevole per l’usura impostagli dal tempo. E’ l’unico materiale ove il segno dell’uomo si riconosce dopo millenni. Sulle antiche strade restano tracce di carri con l’usura di zoccoli, pavimenti claustrali ove si ritrovano le tracce dei sandali francescani, i calzari dei contadini e dei patrizi. I lastricati di atri, stalle o amboni di castelli ove la promiscuità di uomini, carri e animali hanno lasciato tracce indelebili. Tutto questo mondo scomparso , ma presente nell’immaginazione dei segni ancora visibili sui materiali, ci ha stimolato a promuovere il nostro ulteriore impegno al loro recupero e riutilizzo.
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